
Uno dei più prolifici sceneggiatori italiani.

VOGLIO ENTRARE NEL CINEMA
– A scuola ho studiato francese e tedesco. –
L’ho dovuto dire sempre più spesso negli ultimi mesi perché il cinema italiano é in crisi.
A memoria mia é sempre stato in crisi ma stavolta sembra grave. Siamo a metà degli anni Ottanta, secolo ventesimo ovviamente: il western spaghetti é morto, la commedia all’italiana non tira più e la televisione imperversa vista da tutti e scritta da nessuno. E io scrivo per mangiare. Anche il mio agente deve mangiare e mi cerca datori di lavoro americani.

Una vita insieme, raccontata in un libro.
“Mira Mara Como Marea”, testamento spirituale e non di un amore che dura da 60 anni.
Solo per amici.
Mira Mara Como Marea
Mara Maryl, un po' di fotografie







Un giallo fresco di stampa. ” A come Assassino” è un classico, tratto dalla omonima commedia premiata dall’Istituto del Dramma Italiano nel 1957, messa in scena dalla Compagnia Spaccesi e ne fu tratto anche un film.
Tradotto e pubblicato in USA dalla Raven’s Head Press, torna ora in una versione aggiornatissima ambientata nell’Inghilterra della Brexit per IL FOGLIO LETTERARIO: se vende, partirà una collana di romanzi tratti dai miei migliori film thriller.
Si compra in rete, ti va di leggerlo?:
Si sfila la camicetta e resta a seno nudo. Poi si leva la gonna e il collant.
E’ bellissima, bionda, ritta sul parapetto di un ponte sul Tamigi. I passanti la guardano appena, con indifferenza inglese. Un bobby corre verso di lei agitando il bastone bianco ma non fa in tempo.
La biondissima si tuffa nel fiume con un perfetto volo ad angelo: sul parapetto, accanto, ai suoi vestiti c’è una busta indirizzata a qualcuno.


Mi perderò fra le stelle
ma ho sguazzato cieco in acque stagnanti
per eternità immemori .
Ho nuotato in mari caldi tra mostri dentati
e sono stato quei mostri.
Mi sono tirato fuori su spiagge fradice di melma
e ho camminato.
Mi sono dondolato su rami verdi di grandi foglie
cercando bacche rosse e gialle mature.
Mi sono rizzato tra le erbe della savana
appoggiato a una pertica
e ho corso milioni di chilometri
inseguito dai leoni..
Ho cacciato le iene per rubare le carogne
con le unghie orlate di merda e di sangue.
Ho piantato i primi semi di farro,
e mi sono rotto la schiena con le zappe dal manico corto
e gli aratri di legno.
Ho ammazzato nemici, amici e parenti.
Sono stato schiavo e re.
Sono un Uomo.

Nessuna storia é a lieto fine ma è bella lo stesso se si smette di raccontarla in tempo.
(dedicato alle mie donne: Mara, Amarilli, Melissa e Clarissa.)
– A scuola ho studiato francese e tedesco. –
L’ho dovuto dire sempre più spesso negli ultimi mesi perché il cinema italiano é in crisi.
A memoria mia é sempre stato in crisi ma stavolta sembra grave. Siamo a metà degli anni Ottanta, secolo ventesimo ovviamente: il western spaghetti é morto, la commedia all’italiana non tira più e la televisione imperversa vista da tutti e scritta da nessuno. E io scrivo per mangiare. Anche il mio agente deve mangiare e mi cerca datori di lavoro americani.
Decine di attori, registi, operatori, scenografi e produttori in cerca di fortuna fanno i pendolari Roma-Los Angeles. Chi non parla inglese finge di capirlo per non cambiar mestiere.
Per i registi è facile: imparano a dire “go”, “close up”, “fuck off”, “intercourse” e poi chiamano il daily coach, un bilingue che gli fa godere l’americano.
Per tecnici e maestranze è un problema di cibo ma ormai anche a Beverly Hills si mangiano discreti spaghetti all’amatriciana.